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Giornata della Biodiversità: l'impegno del CREA Zootecnia e Acquacoltura
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Scopriamo progetti, attività e iniziative del centro di ricerca

Biodiversità animale
Il Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura (CREA-ZA) è dal 2017 responsabile del National Focal Point (NFP) italiano presso la FAO per le risorse genetiche animali.
Una delle più importanti funzioni del NFP consiste nell’aggiornamento del sistema d'informazione sulla diversità animale (DAD-IS), sviluppato e gestito dalla FAO a livello globale. Le informazioni registrate in DAD-IS sulle razze animali delle specie di interesse zootecnico costituiscono una base dati certa, essenziale per la pianificazione delle politiche di tutela, conservazione e valorizzazione della biodiversità, a tutti livelli, dal più piccolo livello locale alle grandi convenzioni multilaterali.
Le nuove tecnologie di indagine molecolare (genomica, proteomica, trascrittomica ed epigenetica) hanno fornito nuovi strumenti per una sempre più approfondita della variabilità genetica e biodiversità, ed hanno contribuito anche a definire le priorità da seguire nei programmi di conservazione.
Oltre allo studio e alla gestione dei dati, nelle proprie grandi aziende sperimentali di oltre 2.600 in tutta Italia, il CREA Zootecnia e Acquacoltura mantiene diversi nuclei di conservazione di razze ovine, caprine, bovine ed equine. Ad esempio, nella propria sede di Bella (PZ), il Centro mantiene in allevamento nuclei di razze ovine (Altamurana, Gentile di Puglia, Leccese) e caprine (Garganica, Rossa mediterranea, Jonica) autoctone e di limitata diffusione. A Monterotondo (RM) il Centro mantiene nuclei di conservazione della razza bovina Maremmana e, ancor più importante, il nucleo storico del Cavallo Lipizzano.
In generale, le razze a limitata diffusione costituiscono una vera e propria riserva di variabilità genetica, capace di garantire sufficiente autonomia e flessibilità al sistema produttivo nazionale per il suo adattamento ai continui cambiamenti tecnici, economici e climatici. In alcuni casi tali risorse vengono già utilizzate attivamente e sono risultate di notevole utilità per contribuire a mitigare i problemi che il sistema zootecnico nazionale ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Tra i più importanti l’adattamento ai cambiamenti climatici, la diversificazione dei prodotti, l’aumento delle qualità nutrizionali e nutraceutiche degli alimenti, la compatibilità con sistemi di produzione biologici e/o a basso impatto, la ri-antropizzazione di territori abbandonati ed a rischio idrogeologico.
Infatti, il solo intervento istituzionale a fini conservativi potrebbe non bastare a tutelare il patrimonio genetico formatosi nel corso di generazioni, senza interventi per la valorizzazione delle produzioni zootecniche (latte, carne e derivati) ottenute da razze locali, strettamente legate al territorio e alle risorse paesaggistiche ed ambientali.
Il consumatore di oggi, sempre più informato, è alla continua ricerca di prodotti gustosi, salubri e con un valore aggiunto di natura identitaria, storica e/o etica. Il desiderio di novità si affianca inoltre al desiderio, ancora vivo di prodotti che conservino il legame con il territorio.
I formaggi monorazza rappresentano un esempio concreto di valorizzazione delle razze ovi-caprine autoctone, perché hanno un valore intrinseco (caratteristiche nutrizionali ed edonistiche), un valore identitario, perché collegati al territorio, e un valore etico, in quanto legati a sistemi di produzione tradizionali generalmente considerato rispettosi dell’ambiente in senso lato, inclusivo dell’apporto umano.
La valorizzazione della biodiversità animale, inoltre, non può prescindere dal “territorio” e dalla valorizzazione ed esaltazione delle relazioni con la biodiversità vegetale. Il formaggio brevettato “Carciocacio”, prodotto con caglio vegetale di una varietà locale di carciofo, rappresenta un altro esempio concreto di applicazione della ricerca e dell’innovazione ai fini della valorizzazione e della tutela della biodiversità.
Convinto della necessità della ricerca anche nel campo della conservazione della biodiversità, il centro partecipa a numerosi progetti nazionali ed internazionali, miranti a combinare il miglioramento genetico (per garantire risorse alimentari sane ed economicamente accessibili ad una popolazione in costante crescita) con la conservazione della variabilità genetica delle razze sottoposte a più intensa selezione per i sistemi di produzione intensivi e con la conservazione delle razze locali a limitata diffusione o a rischio di erosione genetica che trovano utilizzo in sistemi di produzione alternativi.
Su questi temi, il CREA Zootecnia e Acquacoltura fornisce inoltre consulenza e supporto tecnico a livello nazionale, regionale e locale per la gestione delle risorse genetiche animali, sia a stakeholders pubblici che privati.
Biodiversità vegetale
Nella mission del Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura è compreso anche il miglioramento genetico delle specie foraggere e proteiche per l’alimentazione zootecnica.
Per le più importanti specie foraggere, a partire dall’erba medica, le risorse genetiche tradizionali quali, ad esempio, gli ecotipi aziendali (coltivati per decenni, se non per secoli, nello stesso ambiente) hanno rappresentato sino a pochi anni fa la base della coltivazione nel nostro paese, costituendo un patrimonio di materiali adattati alle diverse condizioni pedo-climatiche ed agronomiche. Anche per le specie leguminose proteiche più usate nell’alimentazione zootecnica, anche biologica, quali pisello e lupino, gli ecotipi tradizionali sono un importante serbatoio di variabilità genetica.
Prima che i mutamenti socio-economici e normativi potessero portare alla perdita del patrimonio rappresentato dalle risorse genetiche di specie foraggere e proteiche, l’ex Istituto Sperimentale di Foraggicoltura, che oggi fa parte del Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura ha condotto azioni di raccolta diretta e di scambio con altre istituzioni, costituendo così la più grande collezione Italiana di germoplasma di piante foraggere, comprendente oltre 4600 accessioni (campioni diversi di seme) di oltre 30 specie. I materiali sono mantenuti a –18 °C in modo da garantirne la conservazione a lungo termine.
Mentre salvaguarda la biodiversità delle specie vegetali foraggere, la collezione di germoplasma di CREA Zootecnia e Acquacoltura fornisce la base su cui si attua gran parte della presente attività di ricerca del Centro nel settore della genetica vegetale. La ricerca è mirata alla valorizzazione delle caratteristiche peculiari delle risorse genetiche mediante specifici programmi di selezione e incrocio. Uno degli obiettivi più importanti delle ricerche in corso, spesso condotte con ricercatori di Paesi in via di sviluppo, è lo svilupo di varietà resistento alla siccità. In questo modo si cerca di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici per il sostegno di attività zootecniche in ambienti aridi.
Sono già molte le varietà costituite negli anni da CREA Zootecnia e Acquacoltura e iscritte al Registro nazionale o protette da privative internazionali originate dalle risorse genetiche conservate.