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Assaporare la tradizione: il turismo delle radici tra cibo, identità e senso di appartenenza

"Il cibo è centrale per il nostro senso di identità”. È riassunta in questa dichiarazione di Claude Fischler, scienziato sociale francese, la stretta relazione tra cibo e identità.

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Assaporare la tradizione: il turismo delle radici tra cibo, identità e senso di appartenenza

Lo studioso analizza due aspetti del rapporto tra uomo e cibo che sembrano essere particolarmente importanti. Da un lato, necessitando la varietà, il consumatore è incline alla diversificazione, all’innovazione, all’esplorazione e al cambiamento, che può essere vitale per la sua sopravvivenza, ma dall’altra parte, deve essere attento, diffidente, “conservatore” nel proprio modo di mangiare: infatti, incorporare un alimento significa, in termini reali e immaginari, includere tutte o alcune delle sue proprietà. Noi diventiamo ciò che mangiamo.

Il senso di identità e la memoria di usi e tradizioni locali sono gli elementi fondanti lo sviluppo del turismo delle radici, segmento generato dagli emigrati e dai loro discendenti che si mostra in forte crescita negli ultimi tempi. Il cibo italiano, le tradizioni culinarie regionali e le produzioni tipiche locali hanno un valore intrinseco, che va oltre la bontà, il gusto, l’apprezzamento oggettivo, per abbracciare la sfera emotiva ed intima di appartenenza e di ricordo. I turisti delle radici sono particolarmente interessati ai prodotti alimentari “nostalgia”, che hanno il “sapore di casa” e che scelgono per la qualità, ma soprattutto perché ricordano la madre patria.

Oltre ad acquistare direttamente prodotti realizzati nel luogo di origine della propria famiglia, i turisti delle radici diventano veri e propri ambasciatori del cosiddetto made in Italy. Ciò si riflette nella spinta ad acquistare, consumare e promuovere prodotti agroalimentari italiani durante il viaggio nel nostro Paese e al ritorno nella propria casa all’estero. Tutto ciò può favorire le esportazioni, stimolare le produzioni locali, aumentare l’orgoglio della comunità e contribuire a contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding.

Di queste tematiche si parlerà il 9 novembre prossimo a Roma, nel corso del convegno “Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali”, organizzato dal CREA, con i suoi Centri Politiche e bioeconomia e Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicultura e dall’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (DiScAG). Il convegno è realizzato nell’ambito del progetto “Oleario. Dove l'Italia lascia il segno”.

In programma interventi su turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: con un focus sulla percezione del settore olivicolo-oleario da parte dei turisti emigranti; etichette e certificazioni, strumenti attrattivi per i viaggiatori delle radici; il contributo che il turismo delle radici può offrire allo sviluppo delle imprese e delle aree rurali. A seguire la tavola rotonda moderata da Cristina Giannetti, capo Ufficio Stampa del CREA, e interventi dalle comunità degli italiani all’estero.  

Per iscriversi all’evento: https://forms.gle/kPqvZ7YFaqNJszHv6

Per seguire l’evento online: https://www.youtube.com/watch?v=ABdDs4RhTao