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Giornata della Biodiversità: l'impegno del CREA Agricoltura e Ambiente

Scopriamo progetti, attività ed iniziative

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Giornata della Biodiversità: l'impegno del CREA Agricoltura e Ambiente

La biodiversità non è solamente quella animale e vegetale, ma anche quella microbica presente nei nostri suoli. Scopriamo le attività di ricerca sviluppate dal CREA Agricoltura e Ambiente per valorizzarla.

Microbioma dei suoli agrari. Attraverso la biodiversità dei suoli è possibile monitorare a livello territoriale l’impatto della gestione agraria e dei cambiamenti climatici sulla funzionalità dei suoli agrari ed operare scelte nella gestione degli agro-ambienti.  Di seguito due esempi sulla biodiversità come strumento decisionale

Analisi della biodiversità - funghi del suolo come indicatori. I funghi tellurici hanno un ruolo principale nel ciclo del carbonio, risultando quindi buoni indicatori dell’impatto delle coperture vegetali dei suoli. Nell’area pataticola della provincia di Bologna, ad esempio, è stato valutato come la sanità dei suoli, e quindi gli standard produttivi in aziende specializzate, nonostante fossero stati adottati piani di rotazione colturale fin dagli anni '90, siano stati compromessi in più di 40 anni di coltivazione intensiva di patata, risultando molto inferiori a quella di terreni agricoli adiacenti, soggetti a rotazione quadriennale senza il ritorno di colture specializzate. A tale diminuzione della biodiversità è corrisposta anche una riduzione di sanità della coltura con declino qualitativo e produttivo della coltura. Ne è emerso che i piani di rotazione delle colture secondo la produzione integrata non sono stati sufficienti a contrastare il declino della sanità dei suoli in quest’area a produzione specializzata. che necessita di azioni aggiuntive alle rotazioni, fra cui la più efficace è sicuramente l’incremento della sostanza organica dei suoli, la matrice del microbioma.

Analisi della biodiversità – batteri del suolo come indicatori. I batteri del suolo sono coinvolti in tutti i processi funzionali e sono molto influenzati dalle condizioni ambientali (pH, tipo di suolo, ecc.) tanto da essere considerati proprio come discriminanti geografici (biogeografia). Essendo molto sensibili ai composti tossici, possono essere impiegati nella valutazione della tossicità nel suolo da parte di rame o di altri composti. Poco si sa, invece, dell’effetto di rame a lungo termine sul microbioma del suolo e sulla capacità di resilienza dei suoli contaminati.

Una serie di studi sull’effetto a lungo termine (50-60 anni) di contaminazioni di rame in vecchi vigneti, effettuati dal centro, hanno evidenziano che alte concentrazioni di rame nel suolo determinano nel lungo periodo un incremento della variabilità delle popolazioni batteriche, e questo si esplica come aumento anomalo della biodiversità dei suoli. Questo incremento di biodiversità nei suoli contaminati indica lo “sforzo” delle comunità batteriche del suolo a adattarsi alla presenza di un metallo immobilizzato ad azione tossica. I risultati di questi studi hanno confermato che la recente decisione a livello del UE di limitare e poi vietare l’uso di rame in agricoltura è condivisibile, dato il suo effetto “disturbo” sulle comunità batteriche dei suoli. La biodiversità si è rivelata un ottimo indicatore della resilienza dei suoli e, anche in questo caso, i risultati indicano che, potenziando il microbioma del suolo con tecniche di agricoltura conservativa e piani di arricchimento in sostanza organica dei suoli, è possibile mitigare gli effetti tossici di rame nei suoli contaminati.

Fusarium_venenatum_11 

paecyl_bianco_4 _40x

aspergillus niger

Rhizoctonia

 

Per informazioni contattare:  

stampa@crea.gov.it