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Viticoltura e Enologia

Viticoltura ed Enologia

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Il Centro si occupa di viticoltura con riferimento all'uva da tavola e da vino, inclusa la trasformazione enologica. Svolge attività di conservazione e valorizzazione del germoplasma viticolo nazionale. Promuove tecniche colturali innovative volte a favorire la sostenibilità ambientale, ivi compreso il rapporto suolo-paesaggio-viticoltura, e alla sicurezza alimentare. È attivo negli studi chimici, biologici e sensoriali relativi alla trasformazione delle uve anche attraverso la valorizzazione della biodiversità dei microorganismi fermentativi.

Applicazioni nidificate

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L'Intelligenza Artificiale al Servizio della Viticoltura e dell’Enologia

L'Intelligenza Artificiale rivoluziona la vitivinicoltura: ad Alba, sabato 29 marzo 2025, un convegno sulle nuove frontiere del settore. 

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Accordo quadro tra il CREA e la Regione Lazio per lo sviluppo integrato delle aree rurali e delle filiere produttive regionali

Oggi al CREA la firma con Andrea Rocchi, Presidente CREA e Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio,  alla presenza dell’Assessore Giancarlo Righini.
Tra gli obiettivi dell’intesa, valorizzare la multifunzionalità delle aziende agricole e sostenere programmi per l’innovazione, la ricerca e la sperimentazione di nuovi prodotti, processi e tecnologie.

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Accordo tra il CREA e la Regione Lazio per promuovere ricerca, sviluppo e innovazione nell’agroalimentare

Al centro dell’intesa, sottoscritta dai due Presidenti, il Prof. Andrea Rocchi e Francesco Rocca, la salvaguardia e la tutela delle produzioni tipiche, come il kiwi e i vitigni resistenti.

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Kick-Off Meeting progetto PRIMA REVINE - 15 Luglio 2021

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Non ci sono eventi in programma

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Direttore del Centro

Riccardo Velasco

Direttore

ORCID: 0000-0002-8760-5031
phone
+39 0438 456725
riccardo.velasco63
https://www.researchgate.net/profile/Riccardo_Velasco

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Piano Triennale della Ricerca 2021-2023

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Piano Triennale della Ricerca 2021-2023

Il Piano triennale di attività del CREA contiene la visione strategica decennale e la pianificazione operativa sia dell’Ente in generale sia dei singoli Centri di Ricerca in particolare e viene aggiornato annualmente.

E’ elaborato dal Consiglio Scientifico, adottato dal Consiglio di Amministrazione ed approvato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo.

Scopri il Piano Triennale del CREA

SCOPRI IL PIANO TRIENNALE PER QUESTO CENTRO  arrow_right_alt

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Stiamo lavorando con

Stiamo lavorando con

Storia del centro v.1 VE

VITICOLTURA ED ENOLOGIA

La storia del centro

La viticoltura italiana che risale ai tempi dell’Enotria e della Magna Grecia ha nobili ed antiche origini e, pur a fasi alterne, ha sempre rappresentato un punto di riferimento mondiale. Gli ultimi 150 anni hanno visto il rifiorire della vitienologia italica ed hanno stimolato la dedizione e la genialità di numerosi studiosi che hanno contribuito fortemente alla straordinaria produzione e qualità moderne. In questo scenario un ruolo molto importante lo hanno giocato gli Istituti Sperimentali, già Regie Stazioni Sperimentali costituite a fine ‘800.

Tra il 1872, con la nascita della Regia Stazione Enologica Sperimentale di Asti, ed il 1875, nascita della Scuola Enologica di Conegliano da una cui costola ebbe i natali la Stazione Sperimentale nel 1923 sotto una comune direzione dei prof. Giunti e poi Dalmasso, al 1891 anno in cui il figlio di Giuseppe Garibaldi, Menotti-Garibaldi fondò la Regia Cantina Sperimentale nel comune di Velletri, fiorirono Istituti Sperimentali, riordinati con il D.P.R. 23 novembre 1967, n. 1318, che, con storie tra loro intrecciate ed alterne fortune, costituiscono attualmente la struttura del Centro di Viticoltura ed Enologia con le sedi di Conegliano, Asti, Arezzo, Turi e Velletri a cui si aggiunge oggi Gorizia proveniente dalla Nutrizione delle Piante.

Con il citato decreto del 1967 all’Istituto sperimentale per la Viticoltura di Conegliano e le sue Sezioni Operative Periferiche di Asti (oggi soppressa), Turi ed Arezzo fu demandato di provvedere agli studi ampelografici sui vitigni e loro portinnesti, al miglioramento per via genetica della vite secondo le esigenze poste dallo sviluppo dell’economia agricola nel contesto dei mercati interni ed internazionali, nonché agli studi ed alle ricerche sulle tecniche di coltivazione e sui connessi problemi di fisiologia viticola, mentre all’Istituto sperimentale per l’Enologia di Asti con le sezioni di Velletri, Barletta e Gaiole in Chianti (queste ultime due soppresse nell’ultima riorganizzazione) fu assegnata l’operatività scientifica-sperimentale nella chimica, la microbiologia e le tecnologie enologiche.

​​​​​​​A venerabili scienziati del calibro di Ravizza, Mensio, De Astis, Martinotti, Cosmo, Dalmasso, Manzoni, Usseglio-Tomasset, Di Stefano, si debbono tecnologie viticole ed enologiche dell’importanza della diffusione dei portainnesti americani per combattere la fillossera, dei sali di rame per difendere la vite dalla peronospora, gli studi sulle sostanze aromatiche e polifenoliche delle uve, dei mosti e dei vini, il metodo Charmat, la stabilità del vino legata alla diminuzione della disponibilità di azoto assimilabile per i lieviti, la degradazione biologica malolattica, che hanno valso agli istituti sperimentali una parificazione a sedi universitarie alle quali a vario titolo hanno fornito docenti e competenze tali da determinarne il successo negli anni.