Aggregatore Risorse
Annuario CREA 2024: agroalimentare pesa per il 15% sull’economia nazionale
Presentata l’ultima edizione dello storico e atteso Volume, realizzato da 78 anni dal CREA

“L’Annuario dell’agricoltura italiana offre da 78 anni una fotografia completa ed approfondita del nostro sistema agroalimentare, intercettandone le evoluzioni e interpretandone fenomeni e dinamiche, dal livello regionale al contesto globale, in una prospettiva di ampio respiro. Anche nel 2024, l’agroalimentare italiano ha raggiunto numeri importanti, con un peso del 15% sull’economia nazionale e un export da record. Si è dimostrato resiliente, sostenendo la crescita dell’intero sistema agroalimentare, nonostante tensioni geopolitiche, criticità logistiche e sfide ambientali. Le opportunità offerte dal PNRR e dalla PAC 2023-2027 rappresentano leve fondamentali per rafforzare le filiere e modernizzare il tessuto produttivo. Continua il nostro impegno come CREA a fianco del settore per renderlo più competitivo, sostenibile, e con standard qualitativi sempre più elevati.” Così Andrea Rocchi, Presidente del CREA, intervenendo oggi alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2024 il prodotto istituzionale di più lunga tradizione che documenta lo stato del settore in Italia, realizzato dal CREA, con il suo Centro Politiche e Bioeconomia.
Il sistema agroalimentare italiano nello scorso anno ha totalizzato un fatturato di circa 700 miliardi di euro, circa 15% di quello complessivo dell’economia nazionale, confermandosi un settore cardine della nostra economia, con agricoltura e industria alimentare e delle bevande a rappresentare il 40% circa del valore totale. Questo nonostante il 2024 sia stato un anno complesso, segnato da tensioni geopolitiche, fragilità delle catene logistiche, volatilità dei mercati e sfide ambientali.
Sul fronte degli scambi con l’estero, il 2024 segna un nuovo primato con le esportazioni, che, per la prima volta, superano la soglia dei 68,5 miliardi di euro (+8,7%). La maggiore crescita dell’export rispetto all’import determina il ritorno ad un segno positivo del saldo della bilancia agro-alimentare. Il Made in Italy agroalimentare pesa per il 73,6% dell’export AA nazionale, trainato da vino, olio, formaggi e dolciari, con l’UE che è il primo partner commerciale (58,3% dell'export). Fuori dall’UE, gli Stati Uniti sono stati il primo mercato di sbocco con un peso dell’11,5% nel 2024; in Asia tra il 2018 e il 2024 si sono verificati incrementi significativi del valore delle esportazioni agro-alimentari verso alcuni mercati come Corea del Sud, India, Arabia Saudita e Vietnam; nell’Area mediterranea nordafricana e asiatica i principali mercati sono stati Israele e Turchia, con incrementi significativi nello stesso periodo verso Turchia, Marocco e Algeria.
In crescita sia la produzione agricola (+2,5% ) sia il valore aggiunto (+12,2%), grazie al netto calo dei costi dei fattori della produzione. Diminuiscono, infatti, i consumi intermedi (che si attestano a 31,3 miliardi di euro, con un calo del -7,9% rispetto al 2023), per effetto soprattutto della riduzione dei prezzi (-7,1%) e in misura minore delle quantità (-0,9%). La contrazione è marcata per energia (-15%) e concimi (-13,5%), mentre aumentano i prezzi delle sementi (+4,7%). Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Italia ha affrontato sfide legate alle dotazioni strutturali, alla sostenibilità, alla competitività e alla transizione ecologica e digitale. Gli sbarchi ammontano a oltre 125.000 tonnellate (+1%) per un valore di 683,7 milioni di euro (-7%). Mentre l’acquacoltura soffre soprattutto a causa della componente della molluschicoltura. Crescono le importazioni (+3,3%), pari a 7,5 miliardi di euro, a fronte di esportazioni per poco più di 1 miliardo (+9%).
Indiscusso anche il contributo dell’agricoltura e dell’industria alimentare e delle bevande alla bioeconomia (circa il 64% sul totale) che, nel 2024, in Italia rappresenta il 10% del valore dell’economia nazionale e oltre due milioni di persone occupate.
Dal punto di vista strutturale, si segnala una significativa trasformazione lungo tutta la filiera verso modelli più organizzati, digitalizzati e sostenibili. Emerge però la prosecuzione del trend di fuoriuscita di unità produttive dal settore agricolo (-1,5% rispetto al 2023). Di contro si registra il rafforzamento delle imprese più strutturate anche grazie all’affermazione di forme organizzate più evolute e complesse: reti di impresa(+ 5,9%) e forme cooperative (+11,2% in fatturato). Sebbene permangano fragilità legate alla ancora forte frammentazione, alla scarsa natalità imprenditoriale e al ritardo generazionale.
Le attività di diversificazione dell’agricoltura, pur interessando solo il 6% delle aziende agricole italiane (quota che raddoppia per quelle condotte da giovani), producono oltre 13,6 miliardi di euro, con attività di supporto (12%) - trainate da contoterzismo e prima lavorazione dei prodotti - e secondarie (7%) – con al vertice agriturismo e agroenergie - sul valore della produzione agricola. Prosegue l’espansione dell’agricoltura sociale (15 regioni con elenchi attivi e circa 500 operatori iscritti) volta all’inclusione e al welfare territoriale, con una crescente attenzione alle attività educative, terapeutiche e di inserimento lavorativo delle persone fragili.
Nel 2024 la crescita della produzione agricola italiana è stata sostenuta da prezzi in aumento e da una lieve ripresa dei volumi, seppure con dinamiche legate agli impatti degli eventi meteorologici estremi su rese e qualità, differenziate a seconda delle coltivazioni e degli allevamenti. Leva strategica per il Made in Italy agroalimentare, le produzioni a Indicazione Geografica (IG) registrano una crescita del valore della produzione, che si colloca intorno ai 21 miliardi di euro - trainata dal cibo (9,9 miliardi di euro, +7,7%), mentre è stabile il vino imbottigliato (11 miliardi di euro) - pari al 19% del fatturato dell’agroalimentare italiano. In crescita anche l’export, con oltre 12 miliardi di euro, che continua a registrare risultati positivi e un andamento favorevole sia nei mercati europei (+9,4%) sia in quelli extra-europei (+17,8%).
Dal punto di vista ambientale, il settore agricolo italiano ha realizzato una riduzione delle proprie emissioni climalteranti del 15% dal 1990, sebbene il peso sul totale nazionale resti stabile all’8,4%, con metano (44%) e protossido di azoto (29%) come principali fonti.
Menzione particolare per le foreste: l’Italia è nona nel mondo per incremento di superficie forestale negli ultimi 20 anni (+54.000 ha/anno). Abbiamo il 37 % della superficie territoriale italiana, oltre 11 milioni di ettari, coperta da boschi. Un patrimonio verde che risulta, tuttavia, largamente sottilizzato, con un tasso di prelievo della massa legnosa pari a circa il 25% per dell’incremento annuo, molto inferiore alla media UE (65%), da cui deriva anche la forte dipendenza dall’estero nell’approvvigionamento di materie prime legnose, legname e semilavorati. La filiera foresta-legno vale oltre l’1% del PIL e impiega circa 450.000 addetti.
Si conferma rilevante la spesa pubblica per il settore agricolo: circa 13,6 miliardi di euro, corrispondenti a un peso del 31% del valore aggiunto agricolo. Il 60% del sostegno proviene da risorse UE, il restante 22,3% da fondi nazionali e il 16,8% regionali. L’allocazione dei fondi della PAC 2023-2027 nel PSP nazionale conferma la rilevanza attribuita agli obiettivi economici e ambientali. In particolare, le risorse sono indirizzate sia a garantire un reddito equo per gli agricoltori (60%) sia all’aumento della competitività e al miglioramento dell’orientamento al mercato (45%). Nella spesa regionale spiccano l’assistenza tecnica con un peso del 25,9% e le attività forestali al 18,5%.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta per il settore agroalimentare italiano un intervento strutturale di portata senza precedenti, volto a sostenere la transizione ecologica e digitale, rafforzare la competitività delle imprese e aumentare la resilienza delle filiere e dei territori. Le riprogrammazioni del 2023 e del 2025 hanno potenziato in modo significativo le risorse destinate alle misure a titolarità MASAF, portando gli investimenti complessivi da 3,6 a 8,9 miliardi di euro e consolidando una sinergia strategica con il Piano Strategico della PAC 2023-2027. Inserite nella Missione 2 del PNRR, le misure si articolano in oltre 35.000 progetti attivi e in cinque assi chiave—logistica, energie rinnovabili, innovazione e meccanizzazione, contratti di filiera, gestione delle risorse idriche—ai quali si aggiunge la nuova Facility Parco Agrisolare, definendo un impianto integrato capace di rispondere alle esigenze del settore sia a livello aziendale sia infrastrutturale.
In allegato: infografiche ed executive summary
Maggiori info: Annuario dell’agricoltura italiana
A cura di Micaela Conterio 335 84584589