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Seta: la ricerca CREA compie 100 anni

Nasceva a Padova nel 1923 il riferimento nazionale per la ricerca in gelsibachicoltura

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Seta: la ricerca CREA compie 100 anni

«In questa giornata che celebra i 100 anni della sede CREA di Padova, eccellenza italiana ed europea della ricerca sui bachi da seta, mi preme evidenziare sia le inaspettate potenzialità di sviluppo della filiera – dalla crescente domanda di seta italiana da parte della moda alle sue sorprendenti applicazioni tecnologiche nei campi più svariati - sia le sue notevoli capacità di connettersi ad altri settori economici (dall’agricoltura all’industria, dall’artigianato al turismo), facendoli crescere. Potenzialità e capacità che vanno sostenute, magari con un progetto nazionale finalizzato alla riorganizzazione della filiera, affinchè questa possa costituire un volano di sviluppo sostenibile per i tanti territori italiani vocati alla gelsibachicoltura. Lavoreremo insieme per questo obiettivo.» Così Luca De Carlo, Presidente Commissione IX Commissione permanente del Senato, in apertura del centenario dell’attuale sede di Padova del centro di Ricerca CREA Agricoltura e Ambiente, punto di riferimento da 100 anni, per la ricerca in gelsibachicoltura. La ricorrenza si celebra oggi 27 novembre, con un evento dedicato, presso il museo Esapolis - Padova, con la partecipazione di Alberto Cavazzini, Direttore Tecnico Scientifico CREA e Giuseppe Corti, Direttore CREA Agricoltura e Ambiente, Luca De Carlo, Presidente Commissione IX Commissione permanente del Senato, Giuseppe Pan, Presidente Gruppo Consiliare Liga Veneta per Salvini e primo firmatario progetto di legge “Via della Seta Veneta”, Vincenzo Gottardo, vicepresidente Provincia di Padova, Pio Federico Roversi, Direttore CREA Difesa e Certificazione, Antonia Ricci, Direttrice Generale Istituto Zooprofilattico delle Venezie, Sergio Tamborini, Presidente Sistema Moda Italia e Stefano Vaccari, Direttore Generale CREA.

Un po’di storia. Fondata nel 1871, per poi trasferirsi nella sede attualmente occupata, di cui ricorre il centenario della posa della prima pietra, la Stazione Bacologica Sperimentale di Padova nasce in risposta a una crisi epidemica, diffusasi in Europa a partire da metà ‘800, e viene guidata per circa cinquant’anni da Enrico Verson, insigne scienziato. Risente dello stallo del settore legato alle crisi economiche e alle due guerre mondiali, che mettono fine ad un’agricoltura in cui la sericoltura era centrale per le esportazioni. A partire dagli anni ’80, però, vive un secondo momento di splendore quando, sotto la guida di Glauco Reali, nascono grandi progetti per il rilancio e la meccanizzazione del settore, oscurati dal dumping cinese e dall’inquinamento ambientale. Successivamente, dagli anni ’90 al 2008, vive una nuova giovinezza, grazie ad un progetto di ristrutturazione multiattoriale, voluto dalle istituzioni della città di Padova e che porta all’assetto che si è determinato nel 2006: la nascita del Museo Esapolis e il restauro dell’attuale sede del CREA - resa efficiente, moderna ed energeticamente autonoma – che ospita il laboratorio di Gelsibachicoltura.

I principali risultati. L’attività di ricerca, nonostante le luci ed ombre attraversate dal settore, è sempre stata condotta in ogni situazione, ottenendo notevoli successi, dalla conservazione delle collezioni genetiche di baco da seta e di gelso alla ricostruzione della filiera serica fino allo sviluppo tecnologico finalizzato allo sviluppo di una gelsibachicoltura sostenibile sia sotto il profilo economico sia sotto quello ambientale.

Nel dettaglio a partire dall’ottocento fino a giungere ai giorni nostri:

  1. Baco da seta: diffusione di uova sane di baco da seta durante l’epidemia di pebrina, ricerca di base su anatomia e fisiologia per predisporre e diffondere regole di allevamento fondate su basi scientifiche; studio di nuove razze importate e ambientate in Italia per aumentare la produttività e reggere la concorrenza estera; studi di genetica sugli incroci e il colore del bozzolo; sistemi di allevamento meccanizzato del baco da seta per l’abbattimento dei costi di produzione; valorizzazione delle razze del baco da seta per finalità tessili; ottenimento di un mangime artificiale del baco da seta (con 2 brevetti); baco da seta studiato come prodotto alimentare (entomofagia) e per la mangimistica; automazione, e digitalizzazione dell’allevamento del baco da seta (con più brevetti); impiego del baco da seta come modello per lo studio di farmaci e antibiotici; creazione di sottoprodotti a base di seta alternativi a quelli tessili (cosmetici e biomedici);
  2. Gelso: sviluppo di diversi sistemi di coltivazione e delle varietà più adatte alla produzione di foglie; realizzazione di talee legnose e micropropagazione; studio delle malattie e dei parassiti come Iphantrya cunea e tripidi; studio fenologico e varietale delle diverse accessioni di gelso e sistematizzazione della conservazione; automazione, e digitalizzazione della coltivazione del gelso;
  3. filiera serica: inizio della ricostruzione di una filiera regionale e valorizzazione del patrimonio immateriale della gelsibachicoltura attraverso la predisposizione di un itinerario culturale in collaborazione con il Consiglio d’Europa.

«Questi 100 anni di grande tradizione - afferma il Direttore del CREA Agricoltura e Ambiente Giuseppe Corti – ci spingono ad un ritorno dell’allevamento del baco, perché è un’attività agricola che sposa appieno i principi della multifunzionalità: difesa del suolo e dell’ambiente, sviluppo sostenibile, presidio del territorio».

Dicono di noi. In occasione di questo centenario – ha dichiarato Silvia Cappellozza, dirigente di ricerca del CREA Agricoltura e Ambiente - faccio con forza quest’auspicio: possa, chi verrà dopo di me nella cura scientifica di quest’istituzione, non preoccuparsi di dovere mai più dimostrare che la ricerca in gelsibachicoltura rivesta la dignità che ha in qualsiasi altro settore scientifico e che la seta sia un valore aggiunto per la nostra economia”

“Oggi si celebra il centenario della ricerca Crea, un traguardo importante, dove si è annunciato, che la proposta di legge ‘Via della Seta Veneta’, prosegue il suo iter legislativo. La normativa mira a tutelare e valorizzare la gelsibachicoltura, promuovendo tradizioni culturali e sostenendo iniziative storiche, enogastronomiche e turistiche legate al gelso. Attualmente all'esame della Terza Commissione, la legge punta anche alla ricostituzione della filiera gelso-seta e all'istituzione di un itinerario turistico-culturale regionale denominato ‘Via della Seta Veneta’. L'obiettivo è creare opportunità di lavoro e stimolare il turismo legato alla gelsibachicoltura.” Così Giuseppe Pan, Presidente Gruppo Consiliare Liga Veneta per Salvini e primo firmatario progetto di legge “Via della Seta Veneta”.

“E’ con grande orgoglio che celebriamo il centenario della Stazione Bacologica Sperimentale di Padova. In questa speciale occasione, oltre a onorare il glorioso passato, ci concentriamo sull'imperativo di guardare avanti. Questi 100 anni devono fungere da impulso per revitalizzare l'intera filiera della seta, riavviare la produzione agricola legata a questo materiale prezioso e innovare l'industria serica in Italia. L'eredità culturale e l'esperienza acquisita costituiranno la solida base su cui costruire nuovi traguardi, combinando ricerca, tecnologia e passione per plasmare un futuro per la seta italiana”. Così Sergio Tamborini, Presidente Sistema Moda Italia.

Si allegano la scheda informativa sui cambiamenti della gelsibachicoltura nell’ultimo secolo e la scheda informativa sulle principali innovazioni e ricerche del CREA in materia

 

A cura di Micaela Conterio 3358458589

Per informazioni contattare:  

stampa@crea.gov.it