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L’influenza della gestione forestale sulla biodiversità multi-tassonomica in Europa
È stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) un nuovo lavoro scientifico frutto della collaborazione europea all’interno della rete Cost Action Bottoms-Up, con la partecipazione di Francesco Chianucci, ricercatore del CREA Foreste e Legno.

E’ stato recentemente pubblicato un lavoro sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, frutto della collaborazione tra ricercatori europeio della rete Cost Action Bottoms-Up.
Già in precedenza la rete dell’azione cost, coordinata dalla prof. Sabina Burrascano dell’Università della Sapienza, aveva permesso di studiare a livello europeo l’influenza della intensità della gestione forestale sulla biodiversità delle piante vascolari dello strato erbaceo-arbustivo (si veda Chianucci et al. 2024, notizia già pubblicata in: https://www.crea.gov.it/web/foreste-e-legno/-/pubblicato-oggi-uno-studio-a-scala-europea-sull-effetto-della-gestione-forestale-sulla-biodiversit%C3%A0-delle-piante-vascolari)
Nel nuovo studio, a cui ha partecipato il ricercatore del CREA - Foreste e Legno Francesco CHIANUCCI, i dati disponibili dalla rete sono stati utilizzati per simulare a scala di paesaggio l’influenza di tre diverse tipologie di intensità gestionale – foreste gestite intensivamente, estensivamente, e in evoluzione naturale, sulla diversità multi-tassonomica, riferendosi a ben sei gruppi tassonomici (uccelli, insetti saproxilici, piante vascolari, briofite, licheni e funghi).
Il risultato dello studio ha permesso di dimostrare che la maggiore diveristà multi-tassonomica si riscontra in paesaggi composti da foreste gestite intensivamente (40%) e foreste in evoluzione naturale (60%). All’opposto, gli attuali modelli di gestione forestale estensiva non risultano efficienti per la valorizzazione e conservazione della biodiversità a scala di paesaggio.
Il risultato dello studio ha due importanti implicazioni:
➡️ salvaguardare le foreste vetuste esistenti, e incrementare le superfici delle foreste a dinamica naturale, essendo queste i principali serbatoi di biodiversità
➡️ migliorare le pratiche estensive, perchè le foreste multifunzionali assomiglino di più a quelle a naturali.
Lo studio è pubblicato su: https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2512683122