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Viticulture and Enology
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Viticoltura ed Enologia

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Viticoltura ed Enologia
Il Centro si occupa di viticoltura con riferimento all'uva da tavola e da vino, inclusa la trasformazione enologica. Svolge attività di conservazione e valorizzazione del germoplasma viticolo nazionale. Promuove tecniche colturali innovative volte a favorire la sostenibilità ambientale, ivi compreso il rapporto suolo-paesaggio-viticoltura, e alla sicurezza alimentare. È attivo negli studi chimici, biologici e sensoriali relativi alla trasformazione delle uve anche attraverso la valorizzazione della biodiversità dei microorganismi fermentativi.
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Workshop europeo e incontro tecnico su Flavescenza dorata
Il 25 e 26 gennaio si terranno a Verona due giornate di studio sulla Flavescenza dorata, malattia da quarantena che è ritornata a destare forti preoccupazioni nell’ambito vitivinicolo, a causa della sua natura epidemica, delle perdite di produzione e della moria di viti che sta causando in Europa.
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Accordo quadro tra il CREA e la Regione Lazio per lo sviluppo integrato delle aree rurali e delle filiere produttive regionali
Oggi al CREA la firma con Andrea Rocchi, Presidente CREA e Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio, alla presenza dell’Assessore Giancarlo Righini.
Tra gli obiettivi dell’intesa, valorizzare la multifunzionalità delle aziende agricole e sostenere programmi per l’innovazione, la ricerca e la sperimentazione di nuovi prodotti, processi e tecnologie.
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CREA on Financial Times: NGT field testing and development of digital sensors in viticulture, useful to fight climate change
Riccardo Velasco, director of CREA Viticulture and Oenology, interviewed by Financial Times, says that digital sensors and NGT field experimentation, aimed at obtaining more resistant rootstocks, can help to fight climate change.
Kick-Off Meeting progetto PRIMA REVINE - 15 Luglio 2021
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Director of the Center
Riccardo Velasco
Direttore
ORCID: 0000-0002-8760-5031Asset Publisher
The Three-Year Research Plan 2021-2023
The Three-Year Research Plan 2021-2023
CREA's three-year activities plan contains the ten-year strategic vision and operational planning of both the Body in general and the individual Research Centres in particular and is updated annually.
It is prepared by the Scientific Council, adopted by the Board of Directors and approved by the Minister of Agriculture, Forestry and Tourism.
Discover the Three-Year Plan of CREA
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Our partners
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Storia del centro v.1 VE
VITICOLTURA ED ENOLOGIA
La storia del centro
La viticoltura italiana che risale ai tempi dell’Enotria e della Magna Grecia ha nobili ed antiche origini e, pur a fasi alterne, ha sempre rappresentato un punto di riferimento mondiale. Gli ultimi 150 anni hanno visto il rifiorire della vitienologia italica ed hanno stimolato la dedizione e la genialità di numerosi studiosi che hanno contribuito fortemente alla straordinaria produzione e qualità moderne. In questo scenario un ruolo molto importante lo hanno giocato gli Istituti Sperimentali, già Regie Stazioni Sperimentali costituite a fine ‘800.
Tra il 1872, con la nascita della Regia Stazione Enologica Sperimentale di Asti, ed il 1875, nascita della Scuola Enologica di Conegliano da una cui costola ebbe i natali la Stazione Sperimentale nel 1923 sotto una comune direzione dei prof. Giunti e poi Dalmasso, al 1891 anno in cui il figlio di Giuseppe Garibaldi, Menotti-Garibaldi fondò la Regia Cantina Sperimentale nel comune di Velletri, fiorirono Istituti Sperimentali, riordinati con il D.P.R. 23 novembre 1967, n. 1318, che, con storie tra loro intrecciate ed alterne fortune, costituiscono attualmente la struttura del Centro di Viticoltura ed Enologia con le sedi di Conegliano, Asti, Arezzo, Turi e Velletri a cui si aggiunge oggi Gorizia proveniente dalla Nutrizione delle Piante.
Con il citato decreto del 1967 all’Istituto sperimentale per la Viticoltura di Conegliano e le sue Sezioni Operative Periferiche di Asti (oggi soppressa), Turi ed Arezzo fu demandato di provvedere agli studi ampelografici sui vitigni e loro portinnesti, al miglioramento per via genetica della vite secondo le esigenze poste dallo sviluppo dell’economia agricola nel contesto dei mercati interni ed internazionali, nonché agli studi ed alle ricerche sulle tecniche di coltivazione e sui connessi problemi di fisiologia viticola, mentre all’Istituto sperimentale per l’Enologia di Asti con le sezioni di Velletri, Barletta e Gaiole in Chianti (queste ultime due soppresse nell’ultima riorganizzazione) fu assegnata l’operatività scientifica-sperimentale nella chimica, la microbiologia e le tecnologie enologiche.
A venerabili scienziati del calibro di Ravizza, Mensio, De Astis, Martinotti, Cosmo, Dalmasso, Manzoni, Usseglio-Tomasset, Di Stefano, si debbono tecnologie viticole ed enologiche dell’importanza della diffusione dei portainnesti americani per combattere la fillossera, dei sali di rame per difendere la vite dalla peronospora, gli studi sulle sostanze aromatiche e polifenoliche delle uve, dei mosti e dei vini, il metodo Charmat, la stabilità del vino legata alla diminuzione della disponibilità di azoto assimilabile per i lieviti, la degradazione biologica malolattica, che hanno valso agli istituti sperimentali una parificazione a sedi universitarie alle quali a vario titolo hanno fornito docenti e competenze tali da determinarne il successo negli anni.