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Chimica verde e colture mediterranee: il progetto COMETA propone nuovi scenari per la valorizzazione delle aree marginali del Sud Italia
Al meeting conclusivo di progetto, è emerso che la valorizzazione delle aree marginali del Sud potrebbe passare da sistemi colturali non-food per la produzione sostenibile di bioprodotti di interesse per il comparto agricolo ed industriale.

Il Direttore generale del CREA, Dr Vaccari è intervenuto per le conclusioni al convegno tenutosi il 26 e 27 aprile 2022 presso il CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, sede di Caserta. Il fitto programma di interventi ha visto anche la partecipazione di Nicola Pecchioni, Direttore del centro di Cerealicoltura e Colture Industriali e di Salvatore Claps, Direttore del centro di Zootecnia e Acquacoltura.
Il Progetto
Dopo 42 mesi di attività e sperimentazione, si conclude il progetto COMETA “Colture autoctone mediterranee e loro valorizzazione con tecnologie avanzate di chimica verde”, finanziato dal MIUR, e coordinato da Novamont. Punto di forza del progetto è stata la sinergia con i cinque partner del progetto, attivi nei territori del Mezzogiorno: BIOAGRITEST - Centro Interregionale di Diagnosi Vegetale, CIHEAM - Istituto Agronomico Mediterraneo, CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Centri Cerealicoltura e Colture Industriali, Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari e Zootecnica e Acquacoltura), ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e Università degli Studi di Sassari.
Scopo del progetto è stato studiare e validare sistemi colturali non-food innovativi a basso input ed idonei ad essere coltivati in aree marginali.
Le diverse frazioni delle colture (semi, biomassa ipogea ed epigea) sono state studiate per ottimizzare i processi di trasformazione e produzione di bioprodotti di interesse per il comparto agricolo ed industriale.
Risultati
La Chimica Verde può essere una leva strategica per valorizzare la specificità dei territori e le competenze locali e promuovere innovativi modelli di sviluppo agro-industriali nei territori fragili ed in crisi del Sud Italia, con significativi vantaggi ambientali, sociali ed economici. A partire dalla sperimentazione di colture cosiddette "multi-purpose", come cardo, cartamo e brassicaceae, è stato possibile testare e convertire le diverse frazioni di queste colture in bioprodotti a basso impatto per il comparto agricolo e industriale. Sono stati ottenuti e testati bioprodotti per mangimistica per animali, bioplastiche biodegradabili e compostabili, funghi, biolubrificanti, ingredienti per la formulazione cosmesi, biostimolanti e compost per l’agricoltura, bioinsetticidi, estratti per la nutraceutica e la salute. Inoltre, i processi validati e messi a punto nell’ambito del progetto, sono stati oggetto di oltre venti pubblicazioni e di alcuni brevetti dimostrando come sia possibile dare vita a nuove filiere di chimica verde interconnesse sui territori che catalizzino una crescita economica inclusiva nei territori del Centro e Sud Italia.
Referente del progetto: luigi.morra@crea.gov.it
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