Breadcrumb
Asset Publisher
L’agricoltura nel Piemonte in cifre: disponibile l'edizione 2024
“L’agricoltura nel Piemonte in cifre 2024” si inserisce nel tradizionale filone informativo che il CREA-Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia realizza sull’andamento del sistema agroalimentare, attraverso pubblicazioni a carattere sia nazionale che regionale.

Attingendo a molteplici fonti statistiche, il volume - curato da Ilaria Borri, Francesca Moino e Stefano Trione e con la realizzazione dell’ufficio grafico del Centro - fornisce indicazioni su andamento congiunturale dell’agricoltura, ambiente e risorse naturali, caratteristiche strutturali e produttive, cooperazione, commercio con l’estero e consumi, diversificazione e multifunzionalità, politiche comunitarie, nazionali e regionali.
Nel 2022 i risultati produttivi dell’agricoltura piemontese sono stati condizionati da condizioni climatiche eccezionalmente anomale: da un lato, il caldo - con un andamento termico superiore ai riferimenti trentennali - dall’altro, la situazione pluviometrica ha registrato un deficit di oltre 380 mm, corrispondente a una carenza di pioggia del 41%. Le ondate di calore e la siccità hanno inficiato soprattutto le produzioni dei cereali e degli altri seminativi a ciclo primaverile-estivo, così come quelle delle foraggere. Emerge che, rispetto al 2021, la resa del mais da granella e del mais raccolto a maturazione cerosa è mediamente inferiore, rispettivamente, del 17% e del 20% mentre la resa dell’erba medica e quella dei prati permanenti cala, in entrambi i casi, all’incirca di un quinto. Una maggior tenuta hanno fatto registrare i cereali autunno-vernini (grano e orzo: -13%) mentre ai raccolti di frutta, nocciole e uva competono, nel complesso, livelli qualitativi buoni, con punte di eccellenza.
Le conseguenze dell’aumento dei fattori produttivi, insieme all’imprevedibilità legata ai cambiamenti climatici, hanno inciso maggiormente sulla liquidita delle imprese agricole e, quindi, anche sulla propensione agli investimenti. Per quanto riguarda il mercato fondiario e degli affitti, per esempio, la situazione è divergente: i terreni suscitano ancora interesse per la semina di cereali vernini o di colture a bassa richiesta idrica (ad esempio, soia) o non hanno mercato ma vengono comunque tenuti per destinarli alle rotazioni colturali. Nel 2022 il prezzo medio della terra è tornato a salire in Piemonte, segnando circa un +5% e sono soprattutto i terreni atti a coltivazioni vitivinicole di pregio e quelli destinati a seminativi irrigui che fanno registrare degli aumenti, seguiti dai frutteti delle zone vocate. Circa il mercato degli affitti, in linea generale è prevalsa la domanda di terreni soprattutto nelle aree più ambite dal punto di vista agricolo e si è assistito a un incremento dei canoni su alcuni terreni irrigui (frutteti, seminativi e orti) in particolari aree. Anche in questo caso, presumibilmente, la ricerca di terreni legata all’obiettivo di ampliare la maglia poderale - al fine di compensare le minori produzioni dovute a siccità e caldo estremo - ha creato l’occasione per una richiesta economica superiore. Un andamento analogo si è verificato nelle zone in cui l’insediamento di giovani agricoltori e stato più marcato, implicando un maggior fabbisogno di terreni visto che il ricorso all’affitto svincola i nuovi operatori dal dover avere a disposizione grandi capitali da destinare all’acquisto delle terre.
L’opuscolo riferisce poi i dati del Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (Edizione 2023) curato dall’ISPRA, secondo cui in Piemonte risultano consumati 170.199 ettari di suolo, 617 in più rispetto all’anno precedente, corrispondenti al 6,70% della superficie territoriale regionale; in termini di consumo pro-capite si tratta di 400 mq per abitante, registrando un incremento di 1,45 mq rispetto al 2021. Le aree Natura 2000 piemontesi (quasi 404.000 ettari) interessano circa il 16% del territorio regionale.
Ancora, in base alle stime fornite dall’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio (INFC 2015), si legge che oltre un terzo del territorio regionale è ricoperto da bosco, esteso per oltre 890.000 ettari; a questi se ne aggiungono ulteriori 85.000 di "altre terre boscate” in cui confluiscono boschi radi, boschi bassi, boscaglie e arbusteti. Gli ettari certificati PEFC in Piemonte risultano essere 57.441, di cui 54.449 di proprietà pubblica e 2.595 di proprietà privata. Per quanto riguarda invece la certificazione FSC, gli ettari piemontesi sono 2.740 di cui 429 di proprietà pubblica e 2.311 di proprietà privata.
Per quanto riguarda le superfici coltivate a biologico, in Piemonte assommano a circa 54.600 ettari. Queste aree sono principalmente dedicate a foraggi permanenti, cereali e altri seminativi, mentre frutteti e vigneti rappresentano una quota più ridotta.
Nel 2022 la bilancia commerciale del settore agroalimentare piemontese presenta un saldo attivo di 2.253 milioni di euro: le importazioni ammontano a 6.286 milioni di euro, mentre le esportazioni raggiungono 8.539 milioni di euro.
Dalla Banca Dati SoPiA – Sostegno Pubblico in Agricoltura ‒ aggiornata con le informazioni desunte dai bilanci approvati dalla Regione Piemonte e riclassificate secondo la metodologia adottata dal CREA‒ si evince che nel 2021 gli stanziamenti di competenza - ovvero la spesa intenzionale che transita nel bilancio regionale - ammontano a circa 152 milioni di euro derivanti in gran parte da fondi statali (57%) e regionali (35%) e per la restante parte da fondi di provenienza comunitaria (circa 9%). La destinazione economico-funzionale della spesa vede prevalere, sia in termini di stanziamenti che di pagamenti, la voce “assistenza tecnica e ricerca” seguita dagli interventi legati alla gestione delle foreste e dalla “gestione d’impresa”.
I risultati economici delle aziende agricole piemontesi, ricavati dall’Indagine RICA, forniscono indici che descrivono la produttività della terra e del lavoro, l’incidenza dei costi e, ancora, gli indici reddituali che si riferiscono, in particolare, alla redditività dei capitali aziendali - considerata come capacità degli investimenti effettuati di generare componenti economiche positive e, dunque, reddito.
Secondo il Rapporto ISMEA-Qualivita 2023 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP e STG, - citato nell’opuscolo - il Piemonte si conferma quarta regione in Italia per impatto economico del settore IG con un valore pari a 1.716 milioni di euro nel 2022 generato dalle 84 filiere del cibo e del vino DOP IGP che ricadono sul territorio.
Un glossario favorisce, infine, la comprensione dei termini tecnici contenuti in tabelle, grafici e nei brevi commenti.
Un utile strumento conoscitivo del sistema agricolo locale, realizzato per tutti gli operatori del settore: agricoltori e produttori, rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole, tecnici e professionisti, amministratori, consumatori e cittadini.